Il "glacier Blanc"
Vallouise-Pelvoux

Il "glacier Blanc"

Lago e ghiacciao
Rifugio
Storia ed architettura
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Una camminata per costeggiare il ghiacciaio bianco ed avvicinarsi alle mitiche vette conquistate dagli alpinisti della fine dell’Ottocento.

Ho cominciato la mia carriera di guardia-istruttore nel Valgaudemar prima di raggiungere la Vallouise nel 1982. Mi ricordo la mia sorpresa quando, mentre stavo risalendo al ghiacciaio bianco, notai un immenso muro di ghiaccio che sovrastava la passerella. .. Nei miei ricordi, dieci anni prima, la fronte del ghiacciaio finiva proprio a monte. Siccome questa progressione mi interessava, cominciai a prendere misure, per seguire quest’evoluzione. A partire da 1986, il ghiaccio ha cominciato ad indietreggiare.

Joël Faure, guardia-istruttore.


12 I patrimoni da scoprire

  • Geologia e geografia

    Torrenti in treccia

    Ambiente in costante evoluzione, i torrenti in treccia si sono formati sulle vestigia di un vecchio lago glaciale. Sono composti di un intreccio di braccia d’acqua che fluttuano secondo le piene in una zona in cui il pendio diventa ad un tratta più debole. I materiali trasportati dai torrenti dalle forti pendenze si depositano per formare degli isolotti che si erodono e si ricostruiscono col passare del tempo. Questi ambienti naturali e fragili ospitano una flora particolare. I torrenti in treccia danno un carattere particolare ai paesaggi dei fondovalli glaciali Vengono vantaggiosamente valorizzati se li si osserva dalle cime o dalle soglie glaciali circostanti.
  • Ghiacciao

    Una valle glaciale

    La particolarità di questa valle è quella di ospitare sia un ghiacciaio bianco il cui ghiaccio continua ad affiorare, ed un ghiacciaio nero composto di ghiaccio ricoperto di rocce. Le loro lingue glaciali fluttuano a secondo delle condizioni climatiche, il che contribuisce molto a plasmare il paesaggio. Una litografia del 1854 rappresenta i due ghiacciai che si raggiungono al « Pré de Madame Carle », dieci anni prima della prima ascensione della « Barre des Ecrins ». Il ghiacciaio Bianco ha perso più di due chilometri di lunghezza tra il 1885 e gli anni 2000.
  • Flora

    Trifoglio delle rocce

    Minuscolo trifoglio infeudato alle alluvioni o morene sempre instabili, il trifoglio delle rocce si riproduce tramite un seme ogni anno al contrario delle altre piante alpine generalmente perenni. Questa strategia gli permette di colonizzare ambienti sempre rimaneggiati. Si tratta di una specie rara e protetta a livello nazionale.
  • Storia

    Barre des Ecrins

    La scalata della « Barre des Ecrins » (Sbarra degli Scrigni) (4 102m di altitudine, situata in direzione del ghiacciaio Nero), fu realizzata per la prima volta da Edouard Whymper accompagnato da Moore, Walker nonché dalle sue guide Almer e Michel. Quella del versante sud, invece, fu realizzata per la prima volta da Henri Duhamel nel 1880, con le sue guide, Pierre Gaspard, padre e figlio, partendo dalla Bérarde. Venne poi il tempo della ricerca di nuove vie, sempre più difficili. Nel 1893, Auguste Reynier, con le sue guide Joseph Turc e Maximin Gaspard, apriva la via che porta il suo nome nella faccia sud-est. Il pilastro sud fu aperto nel 1944 da Jeanne e Jean Franco.
  • Cima

    La cima più alta degli « Ecrins »

    Al confine con l’Isère e le Hautes-Alpes, misconosciuta e comunemente chiamata « pointe des Arsines »,la « barre des Ecrins » fu chiamata così per sbaglio dai cartografi. A quei tempi, il Pelvoux era considerato come il punto culminante della regione ed anche della Francia, in un’epoca in cui la Savoia era una contea indipendente. Quindi quando nel 1828 il Capitano Durand, cartografo, fece la prima scalata del Pelvoux, fu convinto che lo statuto di più alta vetta dovesse essere attribuito alla « Barre des Ecrins » (4 102m).

  • Ghiacciao

    Il ghiacciaio Bianco…in movimento

    Il ghiacciaio Bianco è seguito da più di un secolo. Alla fine dell’Ottocento, il ghiacciaio Bianco raggiungeva il ghiacciaio Nero al « pré de Madame Carle ». Il sentiero si incamminava sulla riva destra seguendo la morena ed attraversava sotto il rifugio del ghiacciaio Bianco. Durante il Novecento, i due ghiacciai indietreggiarono in modo costante. Questo ritiro glaciale era interrotto da avanzamenti di cui una molto spettacolare negli anni 1980. Due punti di riferimento di questi movimenti impressionanti sono le misure della velocità di scolo con dei picchetti nonché la scala sistemata all’inizio degli anni 1980. Il dibattito riguardo a quest’attrezzatura è di nuovo intavolato : bisognava farla ? Bisogna conservarla ? La scala, diventata inutile e pericolosa, è stata finalmente smontata nel 2008 perché l’antico itinerario è stato liberato dal ghiaccio ed è quindi diventato praticabile. Una parte della scala viene conservata nella casa della montagna di Ailefroide. Mentre si parla di nevi perenni, il ghiacciaio prosegue le sue fluttuazioni a secondo delle variazioni climatiche.
  • Fauna

    Corvo dal becco giallo

    Bravo volteggiatore ed acrobata delle cime, il pyrrhocorax graculus o “chocard à bec jaune” è anche molto destro per prendersi gli avanzi dei pasti dei camminatori. Il più delle volte, si sposta in gruppo e rallegra il suo passaggio di gridolini flautati facilmente riconoscibili. È il compagno sia degli alpinisti esperti che non dei contemplativi di un giorno.
  • Fauna

    Accentorino alpino

    L’accentorino alpino, più discreto del corvo dal becco giallo, della taglia di un passero, è un altro abitante di queste altitudini. Non sta mai molto distante. Sulla parte superiore, alcuni tratti neri rigano il suo plumaggio color cenere. Delle fiamme rosse graffiano i suoi fianchi in modo caratteristico. Trotterella sull’erba rasa delle praterie alpine e pavoneggia sulla pietra nuda. Viene a becchettare le briciole intorno al rifugio. Quando arriva l’inverno, migra verso le valli. La sua transumanza può anche portarlo fino alle rocce del littorale. Allo scioglimento delle nevi, lungo i nevati, è il temibile predatore dei piccoli invertebrati intorpiditi dal freddo.
  • Ghiacciao

    Vita sul ghiacciaio Bianco

    La vita si annida dappertutto. Nessuna eccezione per i ghiacciai! Alghe unicellulari sono capaci di svilupparsi alla superficie della neve, provocando una colorazione rossastra dei nevati. Il mondo animale è rappresentato dalla pulce dei ghiacciai (collemboli), un insetto primitivo che misura da 1 a 2 millimetri e vive in piccoli stagni sul ghiaccio. Si nutre di particelle nutritive portate dal vento. Il suo sviluppo si effettua fra 0 e 4°c. Non appena la temperatura raggiunge i 12°c, sprofonda per soddisfare l’esigenza termica indispensabile alla sua sopravvivenza. Talvolta, altri animali vi si avventurano a rischio della loro vita.
  • Ghiacciao

    Studio dei ghiacciai

    Ogni anno, il Parco nazionale degli Ecrins realizza delle fotografie accertamenti, dei bilanci di massa, degli studi seguiti della fronte, e dei rilievi topografici. In un contesto di evoluzione dei climi piuttosto preoccupante, si tratta di un programma di importanza capitale per il campo dell’alta montagna in Europa.
  • Rifugio

    Rifugio Tuckett

    Il rifugio è un antico testimone dell’epoca pioniere dell’alpinismo nella Vallouise nella seconda metà dell’Ottocento. All’epoca si trovava ai piedi del ghiacciaio. Fu costruito nel 1886 per sostituire un riparo sotto la roccia utilizzato dai primi alpinisti. Con le sue piccole dimensioni, i suoi materiali di pietra e legno, rappresenta un riferimento storico. Le sue vestigia ospitano una mostra che racconta la sua storia.
  • Ghiacciao

    Evoluzione dei ghiacciai

    Il ghiacciaio è il simbolo dell’evoluzione del clima durante i secoli. : il suo immobilismo è solo apparente. Ciò che determina la progressione o il ritiro del ghiacciao sono l’importanza relativa dell ‘accumularsi della neve in inverno nella parte superiore del ghiacciaio nonché o scioglimento della neve nella parte inferiore in estate. Dagli anni 1990, sotto il probabile effetto del riscaldamento climatico con estati più calde ed inverni meno innevati, i ghiacciai si ritirano molto. Per quanto riguardo lo scorrimento del ghiacciaio, un fiocco di neve caduto in cima al duomo impegnerà su per giù un secolo per raggiungere la fronte del ghiacciaio. Trasformato in goccia d’acqua, andrà a nutrire il torrente glaciale.

Descrizione

Dallo chalet-albergo, risalire verso il nord-est per attraversare le passerelle del torrente della Momie e del Ghiacciaio nero. Il sentiero si innalza poi per raggiungere un incresparsi di rocce lisce, consumate e levigate. Il sentiero incrocia il bivio dell’itinerario del ghiacciaio Nero (che parte sulla sinistra). Poi, salire dai tornanti. Attraversare la passerella del torrente del ghiacciaio Bianco e degli Ecrins, il sentiero prosegue quindi sullla riva sinistra del torrente poi va su fino al vecchio rifugio Tuckett. Proseguire lungo il fianco per arrivare al rifugio del ghiacciaio Bianco e degli Ecrins. Tornare indietro per scendere di nuovo al « Pré de Madame Carle ».

  • Partenza : Pré de Madame Carle, Pelvoux
  • Comune attraversato : Vallouise-Pelvoux

Bollettino meteorologico


Profilo altimetro


Raccomandazioni

Itinerario estivo : verificare che la strada di accesso al « Pré de Madame Carle » sia aperta e che le passerelle siano state risistemate sui torrenti. Il parcheggio comunale del « Pré de Madame Carle » è a pagamento dal 2013.

Nel cuore del parco
Il Parco Nazionale è un territorio naturale, aperto a tutti, ma soggetto ad un regolamento che è utile conoscere per preparare il vostro soggiorno.


Luoghi di informazione

Centro informazioni Pré de Mme Carle (apertura estiva)

Pré de Madame Carle, 05340 Pelvoux

http://www.ecrins-parcnational.fr/vallouise@ecrins-parcnational.fr
Informazione, documentazione ed esposizione sui ghiacciai, vendita di prodotti e opere del Parco. Avvistamenti di animali selvatici occasionali al telescopio. Ingresso libero. Tutte le animazioni del Parco sono gratuite salvo indicazione contraria.
Saperne di più

Trasporto

Fermata autobus : « Pré de Madame Carle »


Accesso stradale e parcheggi

A 23 km dall’Argentière-la-Bessée passando dalla D994E, raggiungere Vallouise. Poi attraversare Pelvoux, Ailefroide e prendere la D204T fino al « Pré de Madame Carle ».

Parcheggio :

Pré de Madame Carle

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Autore

Parc national des Ecrinshttps://www.ecrins-parcnational.fr

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